domenica 23 giugno 2013

Giorno 33: Viterbo - Vetralla


Altra sveglia, nuovo giorno. Questa notte ho dormito abbastanza bene grazie al bel venticello che entrava nella mia stanza. Alle 4.40 ero già in strada, pronto a riprendere la Via. Purtroppo il convento dei Cappuccini è a circa 600 metri dalla Francigena e ci metto un po’ di tempo per ritrovare la strada giusta per colpa dei tanti vicoli di Viterbo.

La strada di oggi è solo ed unicamente Francigena, non prenderò la Cassia. Devo ammettere che è stata una bellissima idea, si passa in tratti asfaltati, tratti brecciati, terra e tratti sommersi da una polvere finissima.

Inoltre sono riuscito anche a passare nella zona dov’è avvenuto il martirio dei Santi Valentino e ...., compresa la loro presunta tomba. E qualcosa di caratteristico e soprattutto fa riflettere sulle atrocità di cui è capace l’uomo.

Camminando camminando e perso tra i miei mille pensieri, arrivo su una strada sterrata in mezzo ai campi (senza case) e ad un tratto... bhè ... mi si è gelato il sangue nelle vene, mi è sbucato dal nulla un pastore maremmano... era un cavallo, non un cane! Mi guardava da lontano, piano piano inizia ad avvicinarsi a me. Io non rallento il mio passo, gli vado incontro deciso. Evito di guardarlo negli occhi e soprattutto di essere indifferente alla sua presenza. Cambio traiettoria, da destra passo a sinistra, pure lui viene verso sinistra. Mi sposto da sinistra verso destra, anche lui fa lo stesso.... penso dentro di me “namo bene...” mi sposto per l’ultima volta da destra verso sinistra senza rallentare. Lui resta a sinistra. Rallenta. Mi osserva. Si ferma. Io lo supero e vado avanti, lui riprende ad avanzare inseguendomi... vuole darmi na mozzicata da dietro penso. Con la coda dell’occhio vedo che si avvicina sempre di più a me. Mi fermo di colpo, mi giro di scatto e gli dico “Bhè? Che dobbiamo fa adesso?” Si ferma, mi guarda. Riprendo a camminare, lui per fortuna distratto dall’abbaiare di altri cani se ne và. Ripensando all’aggressione dei due pellegrini un paio di giorni fa, devo ammettere di essere stato fortunato. Forse grazie al sangue freddo che ho mantenuto.

Riprendo il percorso che costeggia per tutto il tratto la superstrada e poi la Cassia. Prima di entrare a Vetralla, a circa 3 km mi sono perso, non ho visto il segnale di svolta e sono andato dritto per quasi 600 metri (ecco cosa succede quando non si vede il navigatore) perdendo tempo e allungando il percorso.

Prima di arrivare in paese però ho avuto una bella visione, un recinto con all’interno 4 cavalli. Mi sono fermato lontano dal recinto e loro curiosi si sono subito avvicinati. Tra qualche carezza e due coccole, mi sono rimesso in viaggio.

Questa sera sarò ospite al Monastero Regina Pacis, gestito dalle suore. Per fortuna mi hanno accolto subito, anzi mi hanno anche detto che pensavano che non arrivassi più per via dell’ora (10.00), gli ho spiegato della strada sbagliata, poi onestamente ho perso anche un po’ tempo al bar. Dovevo ancora fare colazione dopo aver macinato 22 km di strada!

La cena di questa sera è stata molto particolare, ho cenato in compagnia di suor Elena. Oltre ad assaporare le buone cose della cucina, ho dialogato con lei ed ho appreso che lei non appartiene alle congregazione delle monache di clausura ma ad una congregazione che vive tra la gente proprio a Roma. Era li solo per stare insieme a sua sorella purtroppo  malata. Mi hanno chiesto una preghiera per loro una volta giunto a Roma, sarò ben felice di accontentarle.

Domani entrerò nella città di Sutri, ormai Roma è sempre più vicina, restano altre 4 tappe circa. Spero veramente di cuore che domani non ci sono gli stessi problemi di Montefiascone dato che sarò ospite nella struttura delle Monache Carmelitane di Clausura (aiuto... !!!), speriamo bene !
 
Buona notte pellegrini
 
                                                    Matteo





Presenze inquietanti durante il cammino



 
Più chiaro di così....



C'è posta per me ..?

Gli amici cavalli ...
 

 

Cos’ho imparato oggi?

1)Mai sfidare un maremmano, fare sempre la scenetta della persona debole e che si abbassa alla sua volontà

2)Ci sono suore e suore, altre che pur non essendo state pellegrine, ti accolgono intuendo la tua difficoltà e stanchezza

Nessun commento:

Posta un commento