Finalmente sono riuscito a dormire un pò questa notte, anche se con un sonno ad intermitteza. Alle 7.00 sveglia, rapida sistemata della mia camera e via per la colazione offerta dalla signora Anna Maria con marmellata di more (buonissima), marmellata di arancia (tutti prodotti locali), biscotti e thè nero. Dopo i saluti di rito (e ringrazio ancora Anna Maria e suo marito per la grandissima disponibilità e cortesia), parto a passo spedito alla fine di Via del Pozzo, per incontrare Gilbert, purtroppo sono arrivato con 10 minuti di ritardo (8.10) e dopo aver atteso invano altri 10 minuti mi sono messo in cammino da solo. Ho incrociato diverse persone e a tutti chiedevo se avevano incrociato Gilbert, la risposta era affermativa ma ognuno mi dava dei tempi un pò sballati, un signore mi dice " è davanti a lei per un minuto o due", accellero il passo, attraverso i boschi e ruscelli, nella speranza di vedere Gilbert, provo anche a chiamarlo ma nulla, nei rettilinei nemmeno la sua ombra ! Mi spiace molto aver mancato l'appuntamento (me ne scuso tantissimo con lui) ma forse meglio così, lui era diretto a Santhià, nel vercellese, tappa estremamente lunga (il mio passo lento l'avrebbe di certo rallentato) ma con il suo passo da gigante, fare quasi 40 km è come fare una scampagnata con la famiglia di domenica !!! In ogni caso buon cammino, amico mio !
La strada è un sali e scendi continuo, specie nel tratto iniziale con dei forti dislivelli. Ci sono certi punti dove si sale con l'acqua che scende giù come in un torrente, devo fare attenzione a non scivolare sulle pietre e soprattutto evitare di inzupparmi ancora fino al polpaccio come nella tappa precedente.
Camminando, dopo quasi 6 km arrivo ad Ivrea, oggi la città è in subbuglio per via della tappa del Giro d'Italia che nel pomeriggio si fermerà in questa città. L'arrivo ad Ivrea devo ammettere che è stato un pò "agrodolce", l'agro perchè ho visto una freddezza nelle persone nei mie confronti e soprattutto ti vedevano come se fossi un alieno o un barbone, un mix tra i due. Sono stato molto deluso ! Però c'è il dolce. Passando vicino ad una struttura rossa di forma ellittica abbastanza grande (sembra una stazione di servizio posizionato su una rotonda) vedo un signore in lontananza che mi fà cenno di avvicinarmi, mi son detto ... e questo mo che vuole? Mi avvicino e mi dice: "Non ha visto lo stemma del pellegrino qui fuori?". Il signore (che purtroppo non ricordo il nome) è un volontario che si occupa della manutenzione, valorizzazione e soprattutto fornire supporto ai pellegrini di passaggio sul tratto di Ivrea. Io l'ho ribattezzato Pelerin Point (PP), il sito è raggiungibile a questo link www.francigenasigerico.it
Dopo aver copilato il foglio per l'indice di gradimento del tratto di competenza dell'associazione (ho segnalato un tratto di strada dove ci si confonde facilmente tra la via francigena e la via dei vigneti o vini, prima del battistero di San Giovanni), aver mangiato la cioccolata e aver preso la spilla ricordo (bellssima, l'ho attaccata subito al mio zaino) e soprattutto dopo aver avuto il consiglio di non seguire la via Francigena ma la strada normale (il tratto di francigena era allagata e pieno di fango), saluto il signore e il suo amico (gentilissimi), mi rimetto in cammino.
Tappa lunga su strada, arrivo a Cascinette d'Ivrea e leggo su una casa la seguente scritta "Il tempo è come l'acqua dei torrenti: non ritorna mai ... ", frase molto semplice ma veritiera, dobbiamo sfruttare al meglio la nostra permanenza su questa terra (sembra eterna ma in realtà gli anni passano velocemente ed inesorabilmente per tutti), basta stare dietro ai pc, ai cellulari, alla tv e a quant'altro, la vita va vissuta fuori di casa, relazionandosi e confrontandosi con gli altri, proprio come un cammino. Passando per Cascinette una signora di 50 anni bionda mi vede e passandomi accanto mi chiede sei pellegrino? Vai a Roma? Rispondendo di si, mi riempie di complimenti, sono contento che qualcuno vede di buon occhio e soprattutto di piena ammirazione i pellegrini che transitano sulla strada.
Dopo Cascinette arrivo a Burolo, la strada è molto stretta ci passano quasi due macchine, devo fare attenzione a non essere investito dalle bici da corsa, oggi i ciclisti amatoriali sembrano quadruplicati a causa del giro. Alla fine di Burolo c'è una fontanella con la scritta "Sosta Pellegrina" con una pachina e una fontanella, ne approfitto per rifornirmi di acqua e mangiare uno yogurt e la mela che mi son portato dietro.
Dopo Burolo si entra Bollengo, tappa per lo più dritta e pianeggiante.
La città successiva è Palazzo Canavese, città molto piccola. Passando nei pressi del municipio si scorge la bandiera italiana rivestita da una tela nera e a mezz'asta. Mi son detto "è successo qualcosa in Italia e non so nulla?" (qui non ho tv e ne radio quindi molte notizie non le conosco), più tardi però trovo la risposta, la città è il lutto a causa della morte di Alessandro Bianchini, un giovane ragazzo di 27 anni morto non so per cosa.
Subito dopo una grandissima salita che sembrava non finire mai, finalmente sono entrato a Piverone, questa notte alloggerò alla casa per ferie "La Steiva" di proprietà del comune. Vorrei aprire un piccolo capitolo, la struttura è carina, ha acqua bollentissima (la doccia è uno spettacolo di relax) ed ha un panorama veramente bello, solo che a mio avviso nella zona camera (con 8 letti a castello, si dorme solo con sacco a pelo! ) c'è veramente troppo freddo, la struttura è come quelle vecchie casa con pareti da un metro di spessore, freddo e umidità giocano un brutto scherzo per le ossa di un pellegrino dopo aver fatto 24 km di strada !!! Almeno il riscaldamento potevano accenderlo, visto il prezzo un pò elevato (15 euro)!
Dopo aver messo il timbro nel comune, mi sono recato nella vicina trattoria (in piazza lucca, a sinistra della torre con l'orologio) dove ho gustato un antipasto di insalata di radicchio, pinoli e grana con un primo di risotto ai carciofi niente male. Sento di consigliarlo a tutti quelli che si fermano a Piverone, la trattoria si chiama "Trattoria del Campanile", il proprietario, Enrico, è una persona gentilissima e cordiale.
Adesso filo a nanna, sono veramente stanco per la giornata di oggi, inizio ad avere i muscoli delle gambe doloranti, due vesciche (finora curate alla perfezione con la tecnica del pellegrino) e le spalle distrutte.
Domani è la volta di Santhià, speriamo che sia una tappa non troppo lunga e complessa per il mio corpo, ho bisogno di un giorno di riposo, vedrò se fermarmi a Santhià o Vercelli.... il cammino mi consiglierà e deciderà per me.
Un abbraccio a tutti
Notte pellegrini
Matteo
L'arrivo a Ivrea
I sette nani e Biancaneve
Antiche strade romane
L'arrivo a Burolo con i ciclisti
Sosta Pellegrina
L'arrivo all'ostello comunale di Piverone
Cos'ho imparato oggi?
1)Che ad ivrea sono glaciali e c'è poca differenza tra un barbone e un pellegrino;
2)Che grazie a chi lavora gratis per preservare il più possibile la via Francigena ho evitato di impantanarmi nel fango;
3)Che i pellegrini stranieri ti aspettano massimo 5 minuti poi vanno via, meglio spiegar loro che esiste il jolly di +10 minuti dall'ora prestabilita.
Torna presto....qui qualcuno ti aspetta ;)ed io non ce la posso fareee...;)
RispondiEliminaGoditi questo cammino.
E' proprio vero quello che stava scritto sul muro di quella casa....il tempo scorre e non apprezziamo quanto di bello possa offrirci il mondo...paesaggi, suoni, colori, profumi...avremmo bisogno di semplicità, di riscoprire le piccole cose che ci rendano felici... (Dice la Mionia: a renderti felice c'è Lei ;)...)
RispondiEliminaBuon Cammino
Ciao Lucia,
RispondiEliminain effetti quella frase fà pensare moltissimo ed è mooolto veritiera.
Dobbiamo ottimizzare al meglio il nostro tempo e soprattutto pensare sempre positivi, fallo presente alla Monia :D
Un abbraccio a tutti e due